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Descrizione

A causa delle rigide e lunghe stagioni invernali, i Monti della Laga sicuramente non sono stati il luogo più adatto per lo stanziamento di villaggi preistorici e le tracce giunte fino a noi sono sporadiche e soprattutto fortuite. Spesso è capitato all’attento e fortunato escursionista di imbattersi in gradite sorprese rivelatesi poi essere cuspidi di frecce, raschiatoi e cocci di ceramica ad impasto tutte riconducibili al periodo Eneolitico. Difficile pertanto tentare una ricostruzione dettagliata e continuativa; dalla preistoria facciamo un salto veramente lungo e arriviamo a dopo il Mille.
Campotosto è menzionato in un elenco di chiese dipendenti dal vescovo di Rieti, successivamente come facente parte del contado di Amatrice e ancora perché coinvolto nelle lotte di confine tra L’Aquila e Amatrice; tanto che nel 1380 e un secolo dopo, nel 1479, subì gravi devastazioni ad opera degli aquilani sempre in lotta con Amatrice per questioni di confine. Nel 1538 Carlo V D’Asburgo concesse in feudo Amatrice, quindi anche Campotosto, ad Alessandro Vitelli, da cui passò alla figlia Beatrice e da lei alla famiglia Orsini. Nel 1639 il paese venne devastato da un violento terremoto il cui epicentro era localizzato più a nord.
Nel XVII secolo Campotosto diventa per poco tempo il più grande e popoloso villaggio del contado amatriciano tanto che si governò da solo e addirittura, nel 1676, fu completamente autonomo riuscendo a staccare 13 villaggi dal governo di Amatrice. Alla fine del XVIII secolo Campotosto riuscì a fatica a ottenere l’autonomia da Amatrice e divenne Comune Centrale con l’aggiunta di Mascioni e Poggio Cancelli che fino ad allora avevano fatto parte del Territorio di Montereale. Alla fine dell’800 al comune fu aggregato anche il nucleo di Ortolano, situato nell’alta Valle del Vomano.

IL BACCALÀ DEGLI SPOSI

Una delle tradizioni meglio tramandate fino ai giorni nostri è “Il baccalà degli Sposi”, l’usanza vuole che gli sposi festeggino nei pressi delle loro case per tre giorni consecutivi prima del giorno delle nozze. La festa è aperta a tutto il paese, il piatto tradizionale che viene servito è composto da due portate, la prima propone baccalà , alici, olive e carciofini, mentre la seconda pane, formaggi e salumi del luogo. La festa è accompagnata dal suono dell’organetto, dal tradizionale ballo della “saltarella” e da vino in quantità . I poeti a braccio inoltre omaggiano gli sposi dei loro canti.

LA PASQUETTA

Il 5 gennaio di ogni anno, a Campotosto, come da tradizione un gruppo di ragazzi e bambini accompagnati da organetto e tamburella portano di casa in casa il rituale canto “E Gesù bambino nasce” e il più recente “Notte Silente” annunciando la nascita del Messia ed augurando la buona sorte per l’anno venturo, le genti in cambio dell’augurio offrono loro cibo, vino e le tradizionali “cruspelle”.
Di seguito si riportano i tradizionali canti:

E GESÙ BAMBINO NASCE

“E Gesù Bambino nasce
sotto a un povero tetto
senza fuoco e senza fasce
sta tremando il poveretto.
Cala l’angelo divino sparse subito la novella
i pastori là vicino abbandonarono la capannella.
Poi si misero in cammino verso quella grotticella,
chi portava un agnellino,
chi formaggio e chi una pella.
Così gente fate voi, qualche cosa date a noi, date a noi la cortesia,
Buona Pasqua e Epifania.”

NOTTE SILENTE

“E’ notte silente, tra mille baglior
lontano si sente un canto d’amor
per dire alla gente che è nato il Signor.
In una mangiatoia
tra il bue e l’asinello
è nato il bambinello
venitelo ad adorar.
Signori e signorine apriteci le porte
che il vento urla forte
fate la carità.”

IL SANT’ANTONIO

Il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio, si ripete, analogamente a quanto avviene per la Pasquetta, l’usanza del canto in tutto il paese per omaggiarne la venuta.
Di seguito si riporta tale canto:

SANT’ANTONIO

‘’Buonasera Sora Padrona,
Sant’antonio Ci Fa Cantà,
Nell’Egitto Antonio nacque
A Tutti Piacque Sua Santità ,
Morti Che Furono I Suoi Genitori,
Roba E Tesoro L’abbandonò .
Cosi Gente Fate Voi,
Qualche Cosa Date Noi,
Date A Noi La Carità
Per L’amore Di Antonio Abbà”

FESTA DI SANTA MARIA APPARENTE

Il 2 Luglio e la 1a domenica di agosto a Campotosto Capoluogo si celebra la Festa della Santissima Maria Apparente (patrona del Paese).
La chiesa di Santa Maria Apparente è situata al di fuori del centro abitato di Campotosto, nei pressi dell’attuale cimitero. Secondo la tradizione sarebbe stata costruita per volere della Madonna apparsa il 2 luglio 1604. La tradizione narra di una giovinetta di nome Rosa Angelica Palombi, muta dalla nascita, che, trovandosi quel giorno lungo il torrente Rio Fucino a lavare i panni, ebbe una divina apparizione, la Madonna, la quale le chiese di tornare in paese e di chiedere a suo zio, parroco del luogo, di far edificare una chiesa dove ella desiderava, disegnandone i contorni con la neve. La ragazza si recò in paese e tra lo stupore di tutti parlò, dicendo allo zio ciò che la Vergine le aveva chiesto. Presto il luogo divenne meta di pellegrinaggio anche perché a questo primo miracolo ne seguirono altri.
La facciata della chiesa ha una finestra di forma circolare in alto, un portale fiancheggiato da due finestre e in sommità presente la seguente dicitura in latino: “Dominus Julius Cesar PalumbuspievanusTemplum hoc Gloriosissime DeiparaeVirgini Maria DicatumelemosinisMagnificatumcuravit A.D. MDCIII” (Don Giulio Cesare Palumbo, parroco, questo tempio dedicato alla gloriosissima Madre di Dio, la Vergine Maria, lo rese con offerte di immenso splendore). Sopra il portale, su di una pietra, è inciso lo stemma della famiglia degli Orsini: un ramoscello di palma o d’ulivo (in quel periodo infatti Campotosto era feudo di Amatrice dove appunto governava uno dei tanti rami di questa famiglia). L’interno è ad una navata; sulla parete sinistra due quadri di cui uno rappresenta l’apparizione della Vergine alla giovinetta, sulla destra una tela rappresenta la decapitazione di San Giovanni Battista; molto verosimilmente i tre quadri possono ascriversi al XVII secolo.
Mediante una scaletta posta sulla sinistra del Santuario, si scende nella cripta, con muri e volta a vela un tempo affrescate e ancora lievemente visibili; si intravede sulla parete di sinistra ancora il miracolo della mutarella, sulla destra S. Cecilia che suona l’organo e sul muro centrale c’è un altare in muratura sormontato da un affresco della Vergine, il Bambino e S. Anna.
Sulla parete di sinistra ancora in parte visibile l’incisione del quadrato magico del Sator. La cripta è visitabile solo in occasione della festa di Santa Maria Apparente (2 luglio). Attualmente la Chiesa è inagibile a causa degli eventi sismici che hanno colpito il Paese negli ultimi anni. In onore di Santa Maria Apparente ancora oggi si tiene una processione per tutto il paese accompagnata da spari di mortaletti e da canti intonati dalle donne del paese.

FESTA DI SANTA MARIA DI BRUGNOLETO

Il 15 Agosto di ogni anno a Campotosto Capoluogo si festeggia Santa Maria di Brugnoleto, conosciuta anche come Santa Maria Assunta. In questa giornata la comunità di Campotosto è solita organizzare una processione che parte dall’omonima chiesa e prosegue per tutto il Paese.

FESTA PATRONALE DI SAN GIORGIO E SANTA MARIA

Dal 10 al 20 Agosto nella Frazione di Poggio Cancelli si svolge la Festa Patronale di San Giorgio e Santa Maria con una processione accompagnata dalla Banda. Le statue di Santa Maria e di San Giorgio vengono portati a spalla per tutto il Paese, rispettivamente coloro che portano in spalla Santa Maria indossano una tunica bianca caratterizzata da un mantellino celeste e coloro che invece portano in spalla San Giorgio indossano la tunica bianca e un mantellino rosso.

LA SPOSA POJANA

Un’altra importante manifestazione è La Sposa Pojana, rievocazione in abiti originali del matrimonio di una volta. La rappresentazione comincia a casa della Sposa, da dove alcune ragazze del paese prendono e portano sulla testa dei cesti di vimini, le canestre , contenenti i simboli della prosperità matrimoniale futura. Dalla casa della sposa, inoltre, venivano presi un materasso e un corredo per la nuova vita coniugale degli sposi che venivano poi posti all’interno della barrozza che veniva trainata da mucche dalle corna infiocchettate. Da lì parte il corteo che accompagnerà a casa dello Sposo la Sposa, seguita dalla famiglia e dagli amici. A metà paese si svolge “la parata”, durante la quale la famiglia e gli amici della Sposa chiedono in cambio di quest’ultima dei beni, quali: un terreno, del denaro o dei capi di bestiame; una volta trovato un accordo si festeggia con balli e canti e si prosegue il corteo verso la casa dello sposo. Agli sposi viene recapitato quanto basta per non uscire per sette giorni: sette filoni di pane, le lenzuola, viveri e vettovaglie.
Il fulcro del corteo è la visita della futura nuora a casa della suocera. La suocera dona alla nuora i coralli e recita il seguente detto scaramantico:

“Ecchete Li Coralli, Ecchete Li Travagli,
Bella Sì, Bbona ‘Nne Sacce,
Saluti E Fiji Maschi
Pè Lu Nome De Santa Maria
Meglie Morta Che Vedova Sia!”

Nelle ultime righe si intende dire che, tra i due futuri sposi, la suocera preferisce che sia la nuora la prima a passare a miglior vita e non il figlio.
Un rito narrato anche dai versi del poeta Paolo De Angelis, originario di Poggio Cancelli, che scrisse i componimenti in occasione del matrimonio della sorella.
Un rito divertente e di buon auspicio, tutta la rappresentazione viene accompagnata dal suono delle “ciarammelle” e dell’organetto. La cerimonia si conclude con balli e festeggiamenti nella casa dello sposo.

FESTA DEL BEATO ANDREA

La festa del Beato Andrea si svolge ogni anno tra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno. La statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese.
La chiesa, situata nella frazione di Mascioni, adiacente all’abitazione dove nel 1397 nacque il Beato Andrea (al secolo Andrea Artesi), da cui prese l’intitolazione, si pone come testata di una schiera, comprendente altre abitazioni, seguendo l’andamento in pendenza della strada antistante. L’edificio attuale è una ricostruzione novecentesca, ma la presenza di un altare in stucco del XVIIIXIX sec lo farebbero risalire almeno a quel periodo. La facciata in conci irregolari di pietra locale a vista, è aperta dal portone centrale, rialzato da un gradino, con due piccole finestre quadrate disposte simmetricamente ai lati. La pianta rettangolare ad aula unica, è coperta da una volta a botte a sesto ribassato, interamente dipinta con elementi geometrici e floreali. All’interno si notano l’Altare Maggiore tardo-barocco, con colonne in falso marmo grigio e capitelli compositi.

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